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LA NEWS DEL MERCOLEDI': LA MAPPA PER LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI

Questo articolo fa parte della serie “La news del mercoledì – Contenuti di valore per migliorare l’organizzazione della tua azienda” di Active Engineering.

Ogni mercoledì pubblicheremo un articolo contenente elementi di valore per migliorare l’organizzazione della tua Azienda: non perderti questo appuntamento fisso: seguici su Linkedin e su Facebook.

Nell’articolo della precedente collana di contenuti, ho già spiegato cosa sono gli obiettivi aziendali e perché è importante definirli in modo chiaro e come si pianificano.

Puoi rileggere l’articolo completo al seguente link:

https://www.sistemi-iso.it/news/159-la-news-del-martedi%E2%80%99-definizione-degli-obiettivi-aziendali.html

 

Nel presente articolo ho decido di metterti a disposizione uno strumento di estremo valore: il mio modello di canvas che ho definito ACTIVE MAP, che potrai utilizzare per definire in maniera chiara ed efficace i tuoi obiettivi attraverso semplici passaggi che ti mostrerò.

Ricordati che gli obiettivi aziendali sono la traduzione concreta dei risultati che vuoi ottenere, come conseguenza di tutte le tue azioni.

Definire gli obiettivi aziendali e poi pianificare il loro ottenimento, sono due attività fondamentali ma spesso sottovalutate.

Diciamo subito che la definizione degli obiettivi aziendali sta alla base della pianificazione strategica.

La dichiarazione degli obiettivi che, come abbiamo visto in un articolo pubblicato precedentemente, devono avere determinate caratteristiche ben precise, non è sufficiente per tradurre in azioni efficaci la strategia che un Imprenditore ha nella sua mente.

Questo perché una volta stabilito cosa si vuole raggiungere, è necessario definire in quali tempi e soprattutto valutare le risorse economiche, umane e infrastrutturali necessarie per portare a termine il lavoro. Il tutto considerando la situazione e le condizioni di partenza.

Per fare ciò è di fondamentale aiuto il METODO ACTIVE che mette a disposizione uno strumento fondamentale, la ACTIVE MAP appunto.

La ACTIVE MAP è un template appositamente concepito per mostrare quali sono e come si rapportano, tutti gli “attori” (risorse, infrastrutture, prodotti, clienti, fornitori ecc.) presenti all’interno dell’Azienda. Tutto è visibile su un unico grafico che ti permette d’avere un’immagine immediata della situazione aziendale.

La ACTIVE MAP è un modello di canvas evoluto ed è fondamentale non solamente per la definizione degli obiettivi, ma per l’intera pianificazione strategica aziendale.

Infatti, questo strumento associa ad una visione complessiva dell’Azienda proiettata nel futuro, una soluzione organizzativa e strategica che permette, tra gli altri aspetti positivi, anche di aumentare il valore economico dell’Azienda.

Questo modello che partendo dagli obiettivi, rappresenta le dinamiche necessarie per far evolvere l’Azienda, è l’unico strumento in grado di mostrarle in un’unica soluzione, visiva, schematica e facilmente accessibile a tutti i soggetti coinvolti.

Esistono 2 regole fondamentali per la compilazione corretta di un modello di business:

La prima dice che definire un obiettivo in modo chiaro è il primo passo per raggiugerlo concretamente e, questa regola vale in qualsiasi ambito a maggior ragione per definire il posizionamento di un’Azienda.

La seconda regola fondamentale afferma che la ACTIVE MAP, essendo un canvas evoluto, non è uno strumento statico, ma le strategie contenute al suo interno vanno pianificate, compilate, riviste e modificate periodicamente affinché siano sempre adeguate alla situazione attuale e aumentino continuamente il proprio valore.

Nella figura sottostante ti mostro il modello ACTIVE MAP uno dei numerosi strumenti che mettiamo a disposizione di chi vuole implementare il sistema di miglioramento organizzativo attraverso il METODO ACTIVE.

Come detto, questo strumento è necessario per definire gli obiettivi in maniera specifica e riuscire ad individuare tutte le risorse necessarie per poterli raggiunge nei tempi stabiliti.

Se vuoi scaricare la ACTIVE MAP vai al link seguente: https://www.sistemi-iso.it/la-mappa-per-la-definizione-degli-obiettivi

Questa ACTIVE MAP, si suddivide in cinque macro-sezioni.

La prima sezione è necessaria per raccogliere le idee iniziali e inquadrare l’obiettivo che si vuole raggiungere, indicando la data di scadenza ed il valore che tale obiettivo rappresenta per l’Azienda.

Nella seconda si devono riportare tutti i passaggi chiave, intesi come azioni indispensabili da intraprendere per raggiungere il traguardo prestabilito.

Nella terza sezione si riportano gli strumenti e le risorse necessarie per portare a termine e supportare tutte le attività chiave, individuandone sia quelli già presenti sia gli strumenti e le risorse che si dovrebbero implementare.

La quarta sezione serve per raccogliere i dati necessari al monitoraggio delle attività chiave. Per adempiere a questa “obbligo” necessario per valutare se la rotta che stai seguendo ti porterà al raggiungimento dell’obiettivo nei tempi decretati, si devono stabilire alcuni KPI cioè degli indicatori chiave di performance. Sostanzialmente un KPI è una metrica che descrive, nel momento in cui vai a misurare, quanto sei vicino (o quanto ti scosti) dalla rotta che ti porterà a raggiungere l’obiettivo prefissato. Conseguentemente ti fornisce indirettamente, quanto ti manca per raggiungerlo.

La quinta e ultima macro-sezione che, sottolineo, deve essere assolutamente compilata al pari delle prime quattro, raccoglie gli ostacoli che prevedibilmente dovrai affrontare. Questa sezione è veramente fondamentale perché ti costringe a pensare in anticipo tutti i passaggi prevedendo i possibili impedimenti che potranno ostacolare il raggiungimento della meta.

Ragionando in questo modo potrai non solo prevedere gli ostacoli, ma soprattutto apportare eventuali modifiche alle attività chiave o definire in anticipo gli interventi da intraprendere nel momento in cui l’evento ipotizzato accada.

Senza pretendere di essere esaustivo, vediamo di analizzare in maniera più approfondita ciascuna macro-fase. Cercherò di darti dei suggerimenti concreti per poter compilare correttamente la tua prima ACTIVE MAP.

Se vuoi scaricare la ACTIVE MAP vai al link seguente: https://www.sistemi-iso.it/la-mappa-per-la-definizione-degli-obiettivi

PRIMA MACRO FASE:

Inizialmente si deve precisare e descrivere l’obiettivo in maniera chiara, concreta e specifica. Di fondamentale importanza è poi definire l’obiettivo nel tempo perchè un obiettivo non si può considerare definito se non si ha stabilito entro quale data deve essere raggiunto.

Dopo aver descritto il tuo obiettivo è necessario comprendere quale è il valore aggiunto che il suo raggiungimento porterà a te e/o alla tua Azienda o al tuo cliente target. Per farlo dovrai rispondere essenzialmente a 2 domande.

La prima domanda è “Perchè?”. “Perché voglio raggiungere questo obiettivo?”, “Perché ritengo che porterà vantaggi all’Azienda?”, “Perché mi farà fare il salto di qualità?”, insomma capire quali sono le vere motivazioni.

La seconda domanda a cui rispondere è “Come capisco che ho raggiunto l’obiettivo?”, “Come posso descrivere la situazione della mia Azienda una volta raggiunto l’obiettivo?”, “Quali conseguenze comporta il raggiungimento dell’obiettivo?” “Come dovrà essere la mia Azienda una volta raggiunto l’obiettivo?

SECONDA MACRO FASE:

Ogni obiettivo si deve suddividere in step intermedi, che puoi considerare come dei veri e propri sotto-obiettivi. Per questo motivo è fondamentale riportarne la scadenza temporale.

Fermati e pensa a tutte le attività necessarie da introdurre o da migliorare per arrivare allo scopo finale.

Per esempio, se vuoi aumentare il numero di prodotti o di servizi venduti in un anno, dovrai prima definire quanti venderne ogni mese. Per avere il numero desiderato di vendite mensili dovrai però aumentare il numero di trattative con i clienti. Per aumentare il numero di trattative dovrai aumentare il numero di contatti con i possibili interessati e per fare questo dovrai concentrarti su una campagna marketing specifica, e così via.

TERZA MACRO FASE

Possedere le risorse adeguate a raggiungere un obiettivo è di fondamentale importanza. Con il concetto di risorse si intende la potenza di fuoco a disposizione dell’Azienda.

In altre parole, le competenze tecniche e le abilità dei collaboratori, il numero dei collaboratori, la tipologia dei collaboratori, gli impianti ed i macchinari, gli strumenti di misura, i software, le risorse finanziarie, ecc., già disponibili.

Analizza le risorse necessarie per raggiungere il tuo obiettivo confrontale con le risorse disponibili e, dove si registrano delle mancanze, includi nel processo di raggiungimento degli obiettivi l’acquisizione delle risorse che ancora non possiedi.

Va da se che una volta definite le risorse mancanti è essenziale definire il budget necessario alla loro acquisizione. Ma di questo ne parleremo in un prossimo articolo.

QUARTA MACRO FASE:

La quarta macro-fase consiste nella definizione dei KPI.

Stabilire i giusti indicatori di prestazione e analizzarli periodicamente, ti mostrerà attraverso i numeri se la rotta che stai perseguendo verso l’obiettivo finale è corretta.

Per esempio, se l’obiettivo definito è legato al processo commerciale, dovrai stabilire il numero di telefonate da effettuare, o il numero di contatti in target che dovrai ottenere in un arco di tempo, il numero di offerte emesse per poi arrivare al numero di prodotti/servizi venduti ogni mese.

Le attività di definizione dei KPI è un’attività strategica, pertanto è in capo al titolare o ai manager di primo livello, mentre la raccolta dati e la loro presentazione dovrà essere delegata ad un responsabile di funzione con il quale si analizzerà anche la metodologia di raccolta e di analisi dei dati.

Per la definizione specifica dei KPI ti rimando all’articolo appartenente alla collana precedente delle nostre pubblicazioni (https://www.sistemi-iso.it/news/159-la-news-del-martedi%E2%80%99-definizione-degli-obiettivi-aziendali.html).

QUINTA MACRO FASE:

Durante la formulazione dell’obiettivo abbiamo definito quali attività eseguire e quali comportamenti è necessario adottare per raggiungere il risultato desiderato.

Purtroppo, spesso la pianificazione si scontra con degli imprevisti che si frappongono tra noi e la realizzazione dei nostri piani. È pertanto necessario prevedere delle azioni correttive o di miglioramento che ci permettano di superare più o meno agevolmente tali ostacoli.

Bisogna perciò, cercare di prevedere le situazioni che potrebbero interferire con il raggiungimento della meta finale. Riuscire ad anticipare gli eventi, ti consente di definire con più chiarezza quali sono gli ostacoli che potrebbero bloccare o rallentare il raggiungimento dell’obiettivo e conseguentemente stabilire delle azioni correttive o preventive che potrebbero realisticamente essere messe in atto per superare l’ostacolo o contenerne le sue conseguenze e permetterti di raggiungere l'obiettivo nel tempo stabilito.

Questa attività di fondamentale importanza è appositamente inserita alla fine della pianificazione perché ti consente di ragionare in maniera circolare ripercorrendo tutte le macro-fasi del canvas.

In altre parole, una volta stabilite le azioni chiave e i possibili ostacoli che si potrebbero presentare, si definiscono le relative soluzioni.

Solo a questo punto è possibile valutare se l’obiettivo è stato definito correttamente, se le azioni chiave si possono concretamente portare a termine e se ci sono tutte le condizioni per poterlo raggiungere.

In definitiva con la revisione dell’obiettivo, si valuta la sua reale fattibilità e le probabilità che si possa raggiungere.

In caso la valutazione dia un esito negativo, si ricomincia nuovamente ad analizzare il traguardo che si vuole raggiungere, definendo nuove azioni chiave prevedendo i possibili nuovi ostacoli e le relative soluzioni per superarle, sino al raggiungimento della valutazione positiva.

Concludendo la semplicità di questo approccio, la sua praticità di utilizzo, consultazione e modifica ha reso la ACTIVE MAP uno strumento molto apprezzato e ampiamente utilizzato per rappresentare la definizione degli obiettivi aziendali

È per questi motivi che il modello di canvas evoluto da noi realizzato è uno dei numerosi strumenti che utilizziamo per supportare i nostri Clienti nel loro percorso di crescita.

 

Puoi scaricare la nostra Active Map cliccando qui:

Puoi scaricare il pdf dell'articolo cliccando qui:

 

 

Se desideri approfondire ulteriormente l’argomento, o per avere consulenza in merito alla corretta definizione degli obiettivi per la tua Azienda, puoi contattarci senza impegno scrivendo la tua richiesta a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Buon lavoro.

Alessandro Bonamano

 

Qui puoi trovare il mio biglietto da visita digitale:

https://www.sistemi-iso.it/ING-BONAMANO-ALESSANDRO/ 

LA NEWS DEL MERCOLEDI’: SE HAI UN SISTEMA DI GESTIONE QUALITA’ CERTIFICATO E’ MEGLIO

Questo articolo fa parte della serie “La news del mercoledì – Contenuti di valore per migliorare l’organizzazione della tua azienda” di Active Engineering.

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Nell’articolo di oggi ci soffermiamo sui benefici per un’Azienda con Sistema di Gestione della qualità ISO 9001.

 

 

Vi assicuro che il titolo dice la verità e questa è una buona notizia, per due motivi, il primo è che implementare un sistema di gestione all’interno della tua Azienda è relativamente facile ed il secondo motivo è che una volta che ce l’hai non ne puoi più fare a meno perché ne osservi quotidianamente i benefici.

Per creare un Sistema di Gestione certificato serve un ingrediente principale, cioè la volontà di far crescere ordinatamente la propria azienda. Questo avverrà attraverso la crescita dei propri collaboratori e porterà a soddisfare al meglio i tuoi clienti.

Esistono numerosi modelli di sistemi di gestione ognuno con le proprie peculiarità ma tutti seguono un unico scopo, semplificare e migliorare le attività di gestione, controllo e miglioramento dei processi produttivi e gestionali.

Oltre alla certificazione del Sistema di Gestione Qualità secondo la ISO 9001, tra gli schemi più importanti in termini di diffusione tra le aziende e quindi di impatto sull’economia del paese, si identificano alcune principali tipologie di certificazione per i sistemi di gestione: la gestione ambientale (UNI EN ISO 14001), la gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (UNI ISO 45001 – ex BS OHSAS 18001), la gestione della sicurezza delle informazioni (UNI ISO 27001), dei servizi informatici (ISO/IEC 20000), dell’energia (UNI CEI EN ISO 50001) e della sicurezza alimentare (UNI EN ISO 22000).

Tutti questi sistemi hanno come riferimento di partenza l’implementazione di un Sistema di Gestione Qualità certificato secondo la norma ISO 9001.

Infatti, la natura internazionale della ISO 9001 è talmente importante e autorevole da essere utilizzata come base per implementare ulteriori sistemi di miglioramento organizzativo.

Non è un caso che quando i gruppi di aziende che operano in vari settori desiderano introdurre specifici requisiti, partono dalla ISO 9001 per poi implementare ulteriori sistemi più specifici e vicini alla propria realtà produttiva.

È il caso ad esempio della AS9100 per l’industria aerospaziale, della ISO 13485 per il settore dei dispositivi medici o della ISO/TS 16949 per il settore automobilistico.

Fatte le dovute premesse, in questo articolo ti voglio mostrare quali sono i benefici che un Sistema di Gestione Qualità certificato porta alla tua Azienda sia in termini di organizzazione ma anche in termini prettamente economici.

Grazie ad un approfondito studio dell’Istituto Accredia ti mostrerò, dati alla mano, gli effettivi benefici che le aziende in possesso di un Sistema di Gestione Qualità Certificato secondo la norma ISO 9001, hanno in termini di fatturato, margine e efficientamento.

Una cosa è certa, con un Sistema di Gestione Qualità Efficace SGQE, come lo chiamo io nelle mie consulenze, ne beneficia non solo l’azienda intesa come organizzazione ma anche tutti i collaboratori interni ed esterni, i fornitori e soprattutto i clienti.

I grandi benefici che si ottengono grazie all’implementazione di un Sistema di Gestione Qualità ISO 9001 sono principalmente 6 e per ciascuno di essi è possibile determinare un riscontro economico che varia a seconda delle dimensioni e della tipologia dell’azienda.

Vediamoli quali sono.

 

1. Miglioramento della credibilità e dell’immagine aziendale

Come ho detto in premessa la ISO 9001 è la Norma più conosciuta ed efficace a livello internazionale per la certificazione dei Sistemi di Gestione Qualità. Questo significa che una certificazione rilasciata in Italia equivale ad una certificazione rilasciata negli USA o in Canada o in Cina. Indubbiamente questo mutuo riconoscimento a livello internazionale facilita la ricerca da parte di un produttore, di un fornitore capace e affidabile, e questo è il primo grande vantaggio. Naturalmente la regola vale anche a parti invertite nel senso che il riconoscimento reciproco facilita il fornitore ad accreditarsi presso un nuovo cliente specie in ambito internazionale.

Inoltre, nell’ambito degli appalti pubblici un pre-requisito obbligatorio per chi vuole partecipare è quello di possedere un Sistema di Gestione Qualità certificato perché questo è sinonimo di affidabilità e di gestione corretta di tutti i processi aziendali.

In definitiva conseguire la Certificazione ISO 9001 può essere sicuramente un ottimo strumento di marketing.

2. Miglioramento dell’Integrazione tra i Processi

Non è un caso che alla base di ogni azienda ben gestita ci sia la corretta mappatura dei processi e l’analisi delle principali interazioni tra loro. Questa è anche la base di partenza per l’implementazione in maniera efficace di qualsiasi Sistema di Gestione della Qualità e non solo.

In particolare, guardando alle interazioni dei processi nella loro complessità, per mezzo dell’approccio per processi della ISO 9001, riuscirai a individuare più facilmente come migliorare l’efficienza e conseguentemente risparmiare sui costi.

L’aumento dell’efficienza si ottiene attraverso l’eliminazione degli sprechi e delle attività inutili che si verificano quando i processi si trascinano senza una visione super partes delle attività perché è divenuta ormai una routine. L’approccio per processi ti permette di individuare le attività che portano valore per l’azienda o per il cliente da quelle necessarie ma senza valore aggiunto e, di eliminare le operazioni inutili che quotidianamente avvengono in genere durante il passaggio tra un processo e l’altro, ma che non hanno alcun motivo di esistere.

Il flusso migliore del processo può essere sfruttato anche per ridurre le inefficienze, commettendo meno errori e quindi con conseguenti minori rilavorazioni, che a loro volta portano ad ulteriori risparmi sui costi.

3. Aumento del coinvolgimento del personale

Le persone che collaborano all’interno dell’azienda rappresentano una delle risorse se non la principale a disposizione dell’imprenditore.

Quando i dipendenti sono coinvolti nel miglioramento dei processi nell’ambito dei quali lavorano, sono più soddisfatti, più impegnati emotivamente e conseguentemente più performanti.

Chi meglio delle persone che lavorano al processo stesso può identificare le aree che devono essere migliorate e contribuire a testare e portare avanti tali miglioramenti una volta implementati?

I collaboratori coinvolti sono più produttivi e contribuiscono a far migliorare e risparmiare l’azienda, soprattutto quando comprendono il motivo per cui la qualità del processo dipende anche da loro.

Attraverso il Sistema di Gestione Qualità tutto ciò è facilmente pianificabile, realizzabile ma soprattutto verificabile.

4. Migliorare i dati a disposizione per prendere le giuste decisioni

A proposito di verifiche, uno dei principi cardine dei Sistemi di Gestione della Qualità ISO 9001 è la necessità di prendere decisioni basate sui fatti.

Orientando le decisioni basandosi su dati reali anziché sulle opinioni tue o dei tuoi collaboratori, puoi sicuramente focalizzare meglio le aree dove è più facile migliorare l’efficienza e incrementare i risparmi sui costi, evitando in questo modo innumerevoli prove ed errori alla ricerca della decisione giusta e soprattutto dedicare in maniera mirata le risorse che hai a disposizione.

Inoltre, monitorando il processo che vuoi migliorare, riuscirai a quantificare i progressi avvenuti sulla base dei dati e saprai se stai andando verso la meta aziendale.

5. Migliorare la soddisfazione del cliente

Un altro dei principi del Sistema di Gestione della Qualità che costituiscono i requisiti fondamenti della ISO 9001 è quello di perseguire il miglioramento della soddisfazione del cliente attraverso la pianificazione e l’impegno di tutti per soddisfare i requisiti dichiarati, ma anche quelli non dichiarati del cliente.

È facilmente intuibile che migliorando la soddisfazione dei tuoi clienti, questi ti rimarranno fedeli perché come è noto, i clienti contenti e appagati sono clienti fidelizzati.

Inoltre, come ben sai, non c’è miglior pubblicità di un cliente soddisfatto perché sarà il tuo principale alleato nel pubblicizzare il servizio o il prodotto da te offerto nei confronti di altri imprenditori o sarà lui stesso a chiederti ulteriori implementazioni incrementando maggiormente il tuo fatturato.

6. Creare una cultura del miglioramento continuo

Il miglioramento è per antonomasia il principio chiave della Gestione per la Qualità della ISO 9001 sin dalla prima edizione.

Questo concetto si basa sul Ciclo di Deming che è un metodo di gestione interattivo in quattro fasi (Plan-Do-Check-Act) utilizzato per il controllo e il miglioramento continuo dei processi e dei prodotti.

Adottando questo approccio per migliorare i tuoi processi e gli output organizzativi, individuerai i punti deboli della tua organizzazione e applicherai l’uso di processi sistematici nel momento in cui si verificheranno anomalie nella catena di realizzazione dei processi con il duplice scopo di ridurre l’impatto del problema stesso e velocizzare la sua risoluzione.

Attraverso il metodo del miglioramento continuo, anno dopo anno, l’azienda otterrà vantaggi continui e duraturi nel tempo crescendo sia in termini di miglioramento organizzativo e d’immagine ma soprattutto, come ti mostrerò di seguito, in termini economici.

In un’azienda che si è dotata un Sistema di Gestione Qualità tutti i processi interni sono meglio organizzati, gli operatori sanno esattamente come devono svolgere le attività a loro assegnate e quali sono i risultati che devono conseguire.

In altre parole, l’Azienda molto probabilmente raggiungerà gli obiettivi pianificati nei tempi previsti.

 

 

Fin qui ho descritto brevemente i 6 benefici chiave che un sistema di gestione qualità secondo la ISO 9001 porta all’interno dell’azienda.

Andiamo oltre. Ora voglio mostrare con valori oggettivi i vantaggi economici che l’implementazione di un Sistema di Gestione Qualità accreditato porta mediamente alle Aziende.

Per quantificare in termini economici i 6 benefici pocanzi descritti, ci viene in aiuto l’analisi effettuata da Accredia, l’Ente di accreditamento italiano da cui abbiamo estrapolato tutti i dati riportati di seguito.

 

Certificazione accreditata dei Sistemi di Gestione e performance delle imprese: un rapporto virtuoso

Introduzione

L’insieme delle procedure, dei sistemi di controllo e dei processi gestionali necessari alla soddisfazione di tutti gli stakeholder (cioè i portatori di interesse che ruotano intorno all’azienda) di un’agente economico sono formalizzati dall’ISO (Organizzazione internazionale per la normazione) in una serie di norme tecniche di certificazione internazionalmente riconosciute appartenenti alla famiglia dei Sistemi di Gestione.

Le imprese che scelgono di far certificare, da organismi accreditati il proprio sistema di gestione in base a una o più di queste norme, lo fanno principalmente per tre diverse finalità:

1. conformità a specifici requisiti di legge,

2. l’accesso privilegiato a un mercato che ne richiede il rispetto,

3. l’adeguatezza organizzativa interna alle sfide poste dall’attuale sistema economico globale.

In ogni caso, la scelta della certificazione dovrebbe creare valore aggiunto garantendo guadagni di efficienza, propensione all’innovazione organizzativa e di processo, maggiore resilienza e adattabilità alle condizioni del mercato, nonché generare un effetto reputazionale e distintivo nei confronti di clienti, dipendenti, azionisti e competitor.

Nel suo studio, Accredia ha effettuato l’analisi scegliendo un campione significativo composto da imprese certificate e suddivise per settore IAF (International Accreditation Forum) di appartenenza, per poi metterne a confronto i principali indicatori di performance aziendale con quelli che si osservano nelle aziende simili non certificate.

Successivamente ha spostato il focus sull’identificazione dell’impatto della certificazione accreditata del sistema di gestione sul fatturato e su altre voci di bilancio avvalendosi di una diffusa e moderna tecnica statistica su cui non ci dilungheremo.

 

 

Le imprese con un sistema di gestione certificato sotto accreditamento

Come possiamo desumere dai grafici sottostanti, sono oltre 88 mila le imprese italiane con un sistema di gestione certificato sotto accreditamento e sviluppano un valore della produzione di 1.405 miliardi di euro, pari a circa il 40% del totale economia (Figura 2).

Coerentemente con la struttura del sistema produttivo italiano, in termini numerici si tratta per la gran parte di aziende di piccola dimensione: oltre il 50% sono micro imprese (fatturato < 2 milioni di euro), un altro 30% si colloca nella fascia 10-50 milioni. Il 4% di grandi imprese (fatturato > 50 milioni di euro) genera però quasi i 3/4 del valore della produzione complessivamente rappresentato (Figura 1).

 

 

Le imprese mostrano una forte concentrazione nelle costruzioni (IAF 28), quale riflesso del driver normativo che richiede la presenza di certificazioni accreditate per lo svolgimento di diverse attività.

La rilevanza del settore costruzioni si ridimensiona, pur rimanendo nel top-5, se si guarda alla distribuzione settoriale in termini di fatturato.

In quest’ottica, tra i settori di maggior peso si segnalano, nell’ordine, anche commercio (IAF 29), servizi (IAF 35), trasporti, logistica e comunicazione (IAF 31) e metalli e prodotti in metallo (IAF 17).

Lo schema di certificazione di gran lunga più diffuso è quello relativo ai Sistemi di Gestione per la Qualità, presente in oltre l’80% dei casi studiati (Figura 3).

 

Lo schema più popolare è quello dei Sistemi di Gestione per la Qualità (UNI EN ISO 9001), che interessa soprattutto piccole e medie imprese nel settore delle costruzioni.

E’ molto interessante notare che quasi la metà del valore della produzione delle imprese italiane è rappresentato da aziende che adottano sistemi di gestione certificati sotto accreditamento.

Dato il quadro generale, il paragrafo successivo descrive l’evoluzione storica delle performance economico-finanziarie delle aziende con un sistema di gestione certificato confrontato con aziende non certificate.

I dati sono stati elaborati a partire dalle informazioni ricavate dai bilanci societari.

  

 

La performance economico-finanziaria: un confronto tra aziende certificate e non certificate

L’obiettivo di questo approfondimento di analisi è verificare l’esistenza di un differenziale di performance tra aziende certificate e non certificate. La valutazione è stata effettuata sul periodo 2008-2018, quindi comprendendo anche il periodo della crisi economica più significativa di tutti i tempi.

A tal fine, il campione delle oltre 88 mila imprese certificate presenti nelle anagrafiche Accredia è stato posto a confronto con l’insieme delle aziende non certificate.

Le aziende certificate, pur numericamente di molto inferiori rispetto al campione di confronto, mostrano una dimensione media nettamente più elevata, alimentando nel complesso un giro d’affari confrontabile con quello delle aziende non certificate.

Come già evidenziato quelle certificate sviluppano infatti un valore della produzione di 1.405 miliardi di euro, pari a circa il 40% del totale dell’economia.

Lo studio delle performance economico-finanziarie sui due campioni fa emergere come le aziende certificate mostrino una marginalità strutturalmente più elevata della media, siano più efficienti e caratterizzate da una migliore sostenibilità del debito.

Pur avendo scontato con maggiore durezza gli impatti della crisi nel 2009 rispetto al benchmark, le imprese con sistemi di gestione certificati hanno poi saputo reagire con maggiore prontezza ed efficacia negli anni immediatamente successivi, resistendo meglio anche alla seconda ondata recessiva del biennio 2012-2013 (Figura 5).

A fronte di tali dinamiche, al 2018 il livello del valore della produzione delle aziende certificate risulta del 7,5% superiore a quello del 2008, contro il +6.6% delle non certificate (Figura 6).

Ma il dato più sorprendente riguarda la capacità di generare margini.

Infatti, la scelta di investire in un sistema di gestione certificato sotto accreditamento mostra che la marginalità risulta strutturalmente più elevata rispetto a quella delle non certificate (Figura 7), con un livello medio del MOL nel periodo 2008-2018 stimato al 8,9% contro il 6,3% del benchmark (misurato in quota sul valore della produzione).

Con riferimento al quinquennio 2014-2018 il vantaggio delle certificate si evidenzia anche in dinamica, con un incremento di 1,5 punti percentuali rispetto a 1 punto per le non certificate (Figura 8).

Mediamente, nell’ultimo decennio le aziende con un sistema di gestione certificato hanno mostrato un livello di efficienza (misurata come rotazione del capitale investito) strutturalmente superiore alle non certificate.

La crisi ha accentuato poi la differenza, evidenziando il ruolo strategico delle certificazioni tra gli asset aziendali.

Allo stesso modo, anche nella sostenibilità del debito si evince una situazione più favorevole per le aziende certificate: al 2018, il numero di «anni di marginalità» necessari a ripagare i debiti finanziari contratti (al netto di quanto si può coprire con la liquidità) è stimato in 1 anno e 9 mesi più elevato per le imprese non certificate rispetto alle certificate.

Al di là dei risultati aggregati, i differenziali di performance assumono tratti differenziati a seconda del settore di appartenenza delle imprese.

A titolo esemplificativo, osservando il settore più rappresentato, ovvero quello delle costruzioni (IAF 28), emerge come il gap con le non certificate risulti particolarmente evidente sotto tutti gli aspetti: crescita del fatturato relativamente stabile, a fronte della profonda crisi attraversata dal settore; marginalità e livelli di efficienza strutturalmente e significativamente più elevati (Figura 9).

Questi dati vanno letti alla luce della peculiarità settoriale, che, come già accennato, pone la certificazione nella condizione di barriera all’ingresso per i lavori pubblici sopra una certa soglia e per i lavori privati i cui committenti ne richiedano il possesso.

 

 

Gli effetti dei sistemi di gestione sulle performance delle imprese

Dall’analisi della composizione settoriale delle imprese con un sistema di gestione certificato sotto accreditamento e dei differenziali di performance di bilancio rispetto alle imprese non certificate, si evince una maggior capacità di generare ricavi, unitamente ad un vantaggio di efficienza e sostenibilità finanziaria a favore delle aziende certificate.

Tuttavia, ciò non basta a stabilire in quale direzione intercorra il rapporto di causalità tra certificazione e performance aziendali, se è cioè la certificazione accreditata a portare un beneficio alle imprese che la adottano o se piuttosto la scelta della certificazione è effetto dell’essere un’azienda best-performer rispetto al benchmark.

Quindi lo studio è stato realizzato attraverso la costruzione di un insieme di controllo ad hoc per ognuno dei soggetti trattati; definendo per ogni impresa certificata un set di imprese non certificate con caratteristiche (sia strutturali come il settore di appartenenza e la dimensione, che economico-finanziarie) quanto più simili a essa nel periodo precedente alla certificazione.

Una volta definito il corretto gruppo di controllo per ogni azienda, è stato possibile procedere alla quantificazione dell’effetto causale della certificazione sul differenziale di performance tra le imprese dei due gruppi nei periodi prima e dopo l’adozione della certificazione.

L’analisi di impatto è stata sviluppata su due diversi livelli temporali: il breve periodo 2012-2017, che considera l’anno di trattamento e i due successivi; il lungo periodo, che si estende su un orizzonte temporale di dieci anni successivi alla data di prima certificazione.

Nell’analisi rientrano le imprese con sistema di gestione per la qualità (UNI EN ISO 9001) sia esclusivo, con risultati differenziati per branca economica (industria, costruzioni e servizi), sia associato a una certificazione di qualità dei sistemi di gestione in un settore specialistico.

Nella tabella 1 si riportano, differenziati per tipologia di certificazione, gli effetti medi dell’adesione a un sistema di gestione certificato sotto accreditamento sul fatturato stimati nel breve periodo (ovvero dall’anno di certificazione ai due successivi), espressi in percentuale rispetto al livello del fatturato medio delle aziende certificate.

Per agevolare la lettura della tabella, se ne esemplifica l’interpretazione con il caso delle imprese dell’industria che adottano sistemi di gestione per la qualità certificati (la prima riga).

In media, nel secondo anno successivo la certificazione, un’impresa appartenente a questa categoria ha realizzato ricavi addizionali rispetto al controfattuale, e imputabili alla certificazione, stimabile in 2,5 punti del fatturato realizzato in quell’anno.

È possibile pertanto sostenere che esiste una quota di fatturato che non si sarebbe conseguita in assenza di certificazione: un guadagno differenziale di 2,5 euro su 100 che rappresenta il contributo della certificazione alla performance dell’impresa.

Considerevole il risultato per le imprese del settore delle costruzioni, che vedono nel primo e nel secondo anno successivi alla certificazione, ricavi aggiuntivi rispettivamente del +8,2% e +17% imputabili alla certificazione UNI EN ISO 9001; questa performance è da contestualizzare in un quadro settoriale che, come già sottolineato, vede la certificazione come requisito necessario per la partecipazione ai bandi pubblici.

Meno rilevante il risultato sul fatturato dell’industria (+1,3% in T0, +2,5% in T+2), migliore e significativamente crescente lungo tutto il triennio quello sui servizi (da +3,9% a +8%).

Spostandosi sulle certificazioni congiunte a quella sui sistemi di gestione per la qualità, appare deciso e crescente nel periodo di studio il contributo per i dispositivi medici, settore in cui la leva strategica della certificazione permette, come nelle costruzioni, di partecipare a gare della PA.

Positivo in due dei tre anni analizzati l’effetto della certificazione sul volume d’affari delle imprese certificate per i sistemi di gestione ambientale, a conferma della maggior attenzione dei consumatori alle tematiche green e alla sostenibilità sociale e ambientale.

Questi risultati, uniti al crescente interesse di imprese e istituzioni per i temi dello sviluppo sostenibile, fanno prospettare importanti spazi di sviluppo di questa tipologia di certificazioni nel prossimo futuro.

In sintesi, emerge quindi una relazione positiva di breve periodo tra la UNI EN ISO 9001 (stand-alone e insieme alle sue applicazioni settoriali) e la capacità di generare ricavi delle aziende certificate, pur con una differenza di magnitudine a seconda del settore di applicazione.

 

 

Infine, trasversale a quasi tutte le tipologie di certificazione trattate, emerge un differenziale positivo e significativo per i cash flow (misurati in percentuale della produzione), segnale di una maggiore efficienza produttiva rispetto alle non certificate.

Le analisi condotte evidenziano l’esistenza di impatti positivi delle certificazioni negli anni immediatamente successivi alla loro adozione.

A questo punto è necessario valutare se tali positivi effetti attribuiti alla certificazione accreditata persistono nel tempo o si esauriscono nel lungo periodo. Per rispondere a questa domanda si è svolto un esercizio di analisi controfattuale che attesta l’influenza della certificazione UNI EN ISO 9001 a distanza di 10 anni.

L’analisi, in questo caso, si è concentrata sul fatturato, verificando la validità di una relazione positiva tra certificazione del sistema di gestione e capacità di generare ricavi.

Si è valutato che in media, per le tre classi di trattamento, che dopo 10 anni dalla certificazione avvenuta negli anni tra 2005 e il 2007 l’impatto sui ricavi è stato di circa il +18% rispetto ad aziende inizialmente simili ma senza certificazione.

Questo evidenzia una relazione che nel tempo mantiene efficacia e procura benefici cumulati di notevole entità rispetto alle imprese del campione di controllo.

In Figura 10 è rappresentato l’andamento del fatturato medio del campione delle aziende certificate nel 2007 contro il benchmark delle non certificate, fatto 100 il valore nell’anno di riferimento. Dato l’orizzonte temporale comprendente la fase della grande recessione (2009) che ha portato alla chiusura delle aziende meno performanti, tutte le imprese considerate nell’analisi (sia le certificate che quelle del campione di controllo) risultano essere le migliori tra quelle esistenti alla data di inizio del periodo di studio.

 

 

Le aziende esportatrici certificate

Il fenomeno dell’esportazione ha coinvolto negli anni un numero sempre più cospicuo di imprese, se ne contavano poco meno di 126 mila nel 2017, portando il valore delle esportazioni a superare la soglia record dei 400 miliardi di euro. Una crescita che ha coinvolto anche le piccole e medie aziende (cuore pulsante del tessuto produttivo nazionale) e che ha avuto un ritorno molto positivo in termini di performance economico-finanziarie per la maggior parte di queste realtà.

In un mondo sempre più interconnesso che ha conosciuto un significativo rafforzamento degli scambi e un progressivo allungamento delle catene di fornitura (con lo spostamento a est del baricentro delle fasi produttive) molte aziende italiane sono riuscite a ritagliarsi un ruolo di rilievo caratterizzandosi come partner affidabili lungo la catena del valore o come produttori di beni di consumo di eccellenza.

L’aumento degli scambi, il coinvolgimento di nuove realtà produttive, la maggiore complessità tecnologica dei beni scambiati ha portato inevitabilmente ad un aumento delle regolamentazioni e a un consistente incremento di quelle che vengono definite barriere non tariffarie.

In ottica B2B, inoltre, il rispetto di standard condivisi come la certificazione del Sistema di Gestione Qualità secondo la ISO 9001 lungo le catene del valore può essere considerato un asset strategico per qualificare un fornitore, quando non un prerequisito essenziale per posizionarsi lungo la filiera.

Attraverso la valutazione della conformità alla norma ISO 9001 da parte di un Ente terzo, vengono garantiti i consumatori e le imprese in termini di sicurezza e affidabilità dei prodotti e servizi scambiati.

Negli ultimi anni l’Italia ha incrementato notevolmente il proprio export soprattutto grazie ad accordi di mutuo riconoscimento delle normative vigenti, si pensi ai paesi della CE naturalmente ma anche alla Corea del Sud o del Canada. I risultati sono sorprendenti, ad esempio l’export Made in Italy verso la Corea del Sud è aumentato dell’81,6% tra il 2010 ed il 2019, passando da 2,5 a circa 4,7 miliardi di euro.

Tuttavia, se da un lato questo tipo di accordo favorisce gli scambi, dall’altro preoccupa le aziende esportatrici in merito alle procedure e ai costi necessari per dimostrare la conformità dei propri prodotti, che vanno sostenuti anche in regolamentazioni armonizzate o riconosciute equivalenti.

È qui che entra in gioco un’Infrastruttura per la Qualità efficiente ed efficace, intesa come quadro di riferimento per la definizione e lo sviluppo di regole necessarie ad assicurare e dimostrare ai mercati la qualità dei prodotti e servizi offerti da aziende appartenenti a Paesi diversi.

In un contesto di regole chiare garantito dagli organismi di certificazione, le imprese esportatrici possono beneficiare di significativi incrementi di efficienza grazie alle riduzioni dei costi di adattamento (di prodotti e processi produttivi), derivanti dall’adozione di standard internazionali e/o dal mutuo riconoscimento di regolamenti e procedure di valutazione della conformità.

In sostanza, l’essere in possesso di una certificazione accreditata rappresenta un asset strategico rilevante per molte aziende italiane attive o che si vogliono affacciare sui mercati esteri.

Partendo dalle aziende esportatrici italiane suddivise per settore di appartenenza e dimensioni, lo studio di Accredia è poi passato a confrontare il grado di produttività tra queste e aziende simili ma non certificate ed i risultati dimostrano i grandi vantaggi che si ottengono avendo un Sistema di Gestione certificato.

I risultati hanno evidenziato che declinando il dato per classi dimensionali, in linea con la propensione all’export, la quota di aziende esportatrici certificate aumenta al crescere della dimensione di impresa: è pari al 3,6% per le microimprese pari a 250 unità (Figura 11).

Un fenomeno quindi che sembra appannaggio delle realtà più strutturate, nonostante i benefici della certificazione accreditata avvantaggerebbero soprattutto le PMI evitando procedure lunghe e poco trasparenti, nonché il problema dei doppi check alle frontiere.

In base a questi dati, nel 2017 si contavano oltre 19 mila imprese esportatrici titolari di una certificazione accreditata per i sistemi di gestione, poco più del 15% del totale, ma con un’incidenza relativa pari al 53% se si considera il valore delle esportazioni.

Quindi è abbastanza evidente dai numeri Istat-Accredia che la certificazione accreditata premia le aziende che ne sono in possesso.

A parità di classe dimensionale, una PMI esportatrice certificata si caratterizza per un valore medio delle esportazioni pari a circa il triplo dell’omologa non certificata, che tradotto in valori monetari significa 3,3 milioni di euro di export aggiuntivo per ogni singola azienda.

Una quota significativa di queste imprese, in particolare quelle con meno di 50 addetti, mostra inoltre un framework geografico dell’export maggiormente diversificato.

Vale per tutti il dato delle microimprese: un’azienda manifatturiera certificata con meno di 10 addetti esporta mediamente in 5 Paesi diversi, rispetto ai 3 di un’omologa priva di certificazione.

Inoltre, il differenziale di produttività più ampio si riscontra nelle classi dimensionali più piccole e diventa marginale per le aziende più strutturate (per cui la produttività è elemento indispensabile, a prescindere dalla certificazione).

In dettaglio, il differenziale varia tra 1,4 per le imprese oltre i 250 addetti e 18,8 per le micro imprese (Figura 12).

 

In conclusione, avere un sistema di gestione certificato e accreditato facilita il dialogo tra fornitore e acquirente standardizzando il linguaggio e le prassi organizzative.

Tutto ciò costituisce un fattore competitivo importante, soprattutto per le organizzazioni che devono confrontarsi con mercati internazionali nei quali i contesti culturali ed economici possono essere molto distanti da quelli di origine.


Fonte: Osservatorio ACCREDIA 1/2020

Tutti i dati qui pubblicati provengono dal Quaderno Osservatorio Accredia che puoi trovare al seguente link:

https://www.accredia.it/pubblicazione/accreditamento-e-certificazioni-valore-economico-e-benefici-sociali/

 

 

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Buon lavoro.

Alessandro Bonamano

 

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LA NEWS DEL MERCOLEDI’: I BENEFICI PER UN’AZIENDA CON SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ISO 45001 CERTIFICATO

Questo articolo fa parte della serie “La news del mercoledì – Contenuti di valore per migliorare l’organizzazione della tua azienda” di Active Engineering.

Ogni mercoledì pubblicheremo un articolo contenente elementi di valore per migliorare l’organizzazione della tua Azienda: non perderti questo appuntamento fisso: seguici su Linkedin e su Facebook.

Nell’articolo di oggi ci soffermiamo sui benefici per un’Azienda con Sistema di Gestione della sicurezza ISO 45001 certificato.

 

1° VANTAGGIO

RIDUZIONE DEL PREMIO ASSICURATIVO ANNUO INAIL

Il primo beneficio per l’Azienda che decide di ottenere la Certificazione confermata da un Ente accreditato secondo lo schema ISO 45001 è la riduzione del premio assicurativo che deve pagare all’Inail per assicurare i propri dipendenti in caso di infortunio.

Infatti, l'Inail premia con uno "sconto" denominato "oscillazione per prevenzione" le aziende che eseguono interventi per il miglioramento delle condizioni di prevenzione e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in aggiunta a quelli previsti dalla normativa in materia (d.lgs. 81/2008 e s.m.i.). E tra questi è riconosciuta anche la certificazione ISO 45001 con il massimo punteggio (100 p.ti).

L'"oscillazione per prevenzione" riduce il tasso di premio applicabile all'azienda, determinando un risparmio sul premio dovuto all'Inail.

La riduzione del tasso medio di tariffa è determinata in relazione al numero dei lavoratori-anno del triennio della Pat (posizione assicurativa territoriale), calcolati come segue:

L'azienda, quindi, nell'anno precedente (quindi nel 2020) a quello in cui chiede la riduzione (2021), deve aver effettuato interventi di miglioramento nel campo della prevenzione degli infortuni e igiene della sicurezza sul lavoro.

La riduzione viene concessa solo se l’azienda dimostra di aver effettuato interventi migliorativi delle condizioni di salute e sicurezza oltre quelli previsti dalla normativa.

Possono presentare domanda di riduzione le aziende in possesso dei requisiti per il rilascio della regolarità contributiva ed assicurativa ed in regola con le disposizioni obbligatorie in materia di prevenzione infortuni e di igiene sicurezza del lavoro (questi rappresentano i pre-requisiti).

La regolarità in materia di prevenzione infortuni e igiene sicurezza del lavoro deve essere rispettata con riferimento alla situazione dell’intera PAT (in pratica è il contratto assicurativo stipulato con l’Inail) presente alla data del 31 dicembre dell'anno precedente quello cui si riferisce la domanda.

La prossima richiesta di riduzione deve essere inoltrata all’Inail entro il 28 febbraio 2021.
   

2° VANTAGGIO

RITORNO ECONOMICO, SOCIALE E DI IMMAGINE

Il secondo grande beneficio di cui può usufruire un’Azienda che possiede una Certificazione del Sistema di Sicurezza sul Lavoro secondo la ISO 45001 è dato da un ritorno sia sotto l’aspetto economico sia sotto l’aspetto sociale e di immagine.

Questo è dimostrato da studi di carattere statistico effettuati da importanti Istituzioni riconosciute a livello nazionale ed internazionale.

L’evoluzione della normativa, insieme a maggiori investimenti privati, nonché all’evoluzione della tecnologia che ha reso più sicuri molti processi, impianti e prodotti, ha fortemente ridotto negli ultimi dieci anni il numero di infortuni nel nostro Paese.

Il tasso d’incidenza degli infortuni che provocano oltre 3 giorni di assenza si è ridotto del 40% (Fonte Eurostat e Inail).

Tuttavia, gli infortuni e gli eventi mortali sul lavoro rappresentano ancora un costo sociale elevato che si concretizza in perdita di giorni lavorativi, costi sostenuti in spese mediche, minore qualità di vita.

L’evoluzione legislativa obbligatoria è stata affiancata negli ultimi decenni da uno sviluppo di standard e norme che hanno dato vita al sistema di gestione volontario secondo la norma BS OHSAS 18001 per la sicurezza dei lavoratori (sostituita da marzo 2021 dalla ISO 45001).

Riportiamo di seguito dei dati pubblicati dall’Osservatorio Accredia (l’Ente di Accreditamento Italiano) in cui si evidenziano parte di benefici diretti e indiretti che si ottengono con la Certificazione ISO 45001.

Nelle certificazioni volontarie dei sistemi di gestione e in quelle dei prodotti sovente gli aspetti di ritorno privato si combinano con azioni di supporto sociale tanto da diventare leve di comunicazione strategica. Ne è testimonianza la progressiva attenzione ai temi di responsabilità sociale e ambientale da parte delle imprese, su pressione di una platea di consumatori.

Partiamo innanzitutto dai benefici sociali che le attività di Certificazione, Ispezione e Taratura (denominati TIC) portano al sistema Paese nel suo complesso.

Oltre ai dettami di legge, le imprese hanno sentito la necessità di dotarsi di procedure codificate, riconoscibili in ambito internazionale e comunicabili verso l’esterno.

La certificazione inoltre è uno strumento per migliorare l’efficienza aziendale, attraverso minori costi per infortuni e assenze, e per rispondere alla crescente domanda dei consumatori e degli investitori che chiedono imprese sempre più attente e responsabili dal punto di vista sociale.

Facendo un’analisi economica si debbono suddividere i costi in diretti, indiretti e intangibili.

Nei costi diretti sono comprese tutte le spese sanitarie, sia a carico dello Stato che del privato, e i costi per l’assistenza informale. Ai costi indiretti si imputano le perdite di reddito a causa dell’assenza del lavoro, la eventuale riduzione permanente della capacità lavorativa, i costi di adeguamento del datore di lavoro, le spese di amministrazione assicurativa, la perdita della capacità di contribuzione alla vita familiare. I costi intangibili danno conto, invece, della qualità di vita attuale e futura perduta.

Complessivamente gli autori stimano un costo medio per infortunio (media degli eventi ponderata per la severità degli stessi) per l’Italia di circa 55 mila euro, con i costi indiretti che valgono quasi il 60% dell’importo.

Alla luce di questi numeri appare ancora più evidente come la scelta di ottenere una certificazione accreditata per la sicurezza sui luoghi di lavoro possa presentare dei benefici anche economici.

Tale riduzione di costi va a vantaggio dell’impresa (sono interni alla stessa), ma anche la collettività ne beneficia in parte.

 

La diminuzione del premio assume implicitamente che le imprese certificate abbiano tassi infortunistici inferiori alle non certificate.

È realmente così?

Lo studio Accredia-Inail del 2018 conferma che, in una logica controfattuale, a parità di caratteristiche (settore, dimensione) esiste un meccanismo virtuoso che riduce la frequenza e la gravità degli incidenti. In particolare, gli infortuni diminuiscono in media del 16%, con un range che oscilla fra il 7% e il 46% in funzione del settore di appartenenza; la diminuzione della gravità è ancora più marcata e arriva al 40%.

In particolare, la differenza di tassi infortunistici è stata applicata al perimetro di imprese certificate a giugno 2019 (circa 6.000 unità nel campione con un milione e mezzo di occupati). Complessivamente il sistema di gestione OHSAS 18001 ha garantito quasi 6.000 infortuni in meno in un anno che, valorizzati con le tecniche esposte nel precedente studio, significano un risparmio di circa 350 milioni di euro. La parte di questi risparmi che rimane all’interno dell’impresa è di circa 16 milioni di euro; a questi si deve aggiungere anche la riduzione del premio Inail che è stata stimata in ulteriori 34 milioni.

 

Complessivamente dei 350 milioni di riduzione di costi sociali 50 milioni rimangono nelle imprese certificate e 300 vanno a vantaggio della collettività.

I risultati ottenuti presentano grandezze monetarie apprezzabili se confrontate con i costi sostenuti dalle imprese per ottenere le certificazioni accreditate (21 milioni di euro).

Una valutazione completa dei costi dovrebbe considerare anche quelli di consulenza per l’ottenimento e la manutenzione, nonché i costi differenziali amministrativi e di personale per la gestione della sicurezza e gli ammortamenti degli investimenti differenziali effettuati per l’adeguamento agli standard.

Tuttavia, adottando una logica prudenziale, ipotizzando che i costi complessivi (certificazione + gestione accessoria) vadano dai 40 ai 100 milioni di euro, i soli benefici per la collettività valgono dalle 3 alle 7 volte i costi privati sostenuti.

Un incremento della diffusione delle certificazioni per la sicurezza potrebbe sensibilmente ridurre ulteriormente il tasso di infortuni in Italia, nonché far crescere il risparmio in termini di minori costi esterni.

 

CONCLUSIONI

La Certificazione comporta non solo crescita internazionale e comunicazione positiva verso l’esterno.

La certificazione è uno strumento per migliorare l’efficienza aziendale, attraverso minori costi per infortuni e assenze, e per rispondere alla crescente domanda dei consumatori e degli investitori che chiedono imprese sempre più attente e responsabili dal punto di vista sociale.

Fonte: tutti i dati pubblicati provengono da Osservatorio ACCREDIA 1/2020

 

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Buon lavoro.

Alessandro Bonamano

 

 

LA NEWS DEL MERCOLEDI’: I VANTAGGI DELL’ORGANIGRAMMA EFFICACE

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Nell’articolo di oggi ci soffermiamo sui vantaggi dell’organigramma efficace.

 

Collaboratori motivati, soddisfatti e allineati sugli obiettivi comuni sono uno strumento fondamentale per il raggiungimento dei traguardi aziendali.

Il primo passo per gestire efficacemente i collaboratori è chiarire i ruoli e le mansioni di ogni figura.

 

Se vuoi capire meglio l’importanza di un organigramma efficace e dei relativi mansionari, ti rimando al mio approfondimento che ho pubblicato sul nostro sito:

https://www.sistemi-iso.it/news/163-la-news-del-martedi%E2%80%99-%E2%80%93-efficacia-delle-risorse-umane.html

 

L’organigramma generico che vale per ogni realtà contenente le principali funzioni, è il seguente:

 

La prima azione da intraprendere per capire se le attività sono organizzate in maniera efficiente, è collegare un nome ad ogni casella. La persona designata sarà il Responsabile del processo a cui sono assegnati specifici compiti, responsabilità e obiettivi.

 

Se il nome del Titolare dell’Azienda compare in più caselle significa che sta ricoprendo più di una funzione (spesso quasi tutte) in qualità di Responsabile.

Questa NON è una buona cosa e ti spiego anche il perché.

Il Titolare o l’Imprenditore rappresenta il cuore ed il cervello dell’Azienda, è il comandante della nave e come tale è colui che studia i venti, valuta la forza del mare, percepisce se la nave è pronta per intraprendere un determinato viaggio o se ha bisogno di manutenzione, di rinforzi o di una semplice verniciatina.

In altre parole, l’Imprenditore è colui che indica la rotta. E questo è di per se un lavoro, anzi è il lavoro principale del Titolare perché dalle sue decisioni dipende il destino dell’Azienda e di tutti coloro che vi collaborano.

Il fatto che all’interno dell’Azienda il titolare sia Responsabile di più attività NON STRATEGICHE indica che sta togliendo una parte rilevante del suo prezioso tempo alla crescita dell’Impresa, occupandosi di mansioni che dovrebbe delegare in maniera efficace ad altri collaboratori.

Se questa situazione non viene risolta alla radice e in tempi brevi, il risultato è che ben presto il Titolare si potrebbe trovare in una situazione di sovraccarico di lavoro senza aver abbastanza lucidità e risorse da dedicare allo sviluppo delle attività e l’azienda inesorabilmente smetterà di crescere.

Il Titolare non deve svolgere i compiti da manager dell’Azienda intesi come attività di controllo e ordine.

L’imprenditore ha il ruolo di stratega e come tale deve concentrarsi sui miglioramenti da apportare all’organizzazione dell’Azienda, sulle innovazioni tecnologiche da inserire per snellire i processi, scegliere i consulenti migliori che gli possono portare effettivi vantaggi, analizzare i mercati e fiutare dove ci sarà un maggior sviluppo, puntare su nuovi investimenti per rimanere sempre competitivo rispetto alla concorrenza alla gestione delle risorse umane quantomeno dei collaboratori di primo livello.

 

Chiaramente per identificare in modo efficace i compiti, responsabilità e competenze dei Responsabili e dei principali collaboratori è necessario utilizzare uno strumento adeguato che noi abbiamo definito il mansionario efficace.

Il MANSIONARIO non è solamente un documento da conservare negli archivi dell’azienda magari perché previsto dalla certificazione Qualità ISO 9001, ma è un vero e proprio STRUMENTO FONDAMENTALE in grado di CHIARIRE I RUOLI E I COMPITI di ogni figura di riferimento aziendale.

In altre parole, deve definire chi fa cosa, quando la deve fare e quali sono i risultati che deve raggiungere.

Deve essere quindi uno strumento dinamico, tenuto in debita considerazione per valutare i risultati raggiunti dai Responsabili alle scadenze pianificate ed eventualmente rivisto ed aggiornato quando pianificato.

Creare ed applicare mansionari efficaci significa aver definito correttamente i compiti e le attività attribuite ad ogni figura aziendale e questo porta a evitare incomprensioni tra colleghi e responsabili, non sovrapposizione dei ruoli, immagine chiara dei risultati attesi e riduzione delle differenze di carichi di lavoro.

Inoltre, si ha la possibilità di valutare le performance di principali collaboratori e di poter premiare i più meritevoli basandosi su numeri oggettivi e non su sensazioni creando un circolo virtuoso.

In altre parole, il clima aziendale è sicuramente più rilassato, l’azienda è più organizzata e le performance di tutti i collaboratori aumentano quasi naturalmente.

 

Con un organigramma ben bilanciato e i mansionari chiari e specifici, tutti sanno a chi rivolgersi quando c’è un problema o quando è necessario prendere una decisione che non sia strategica, senza rivolgersi direttamente al titolare per qualsiasi inconveniente duranti i processi produttivi.

Applicando questa tipologia di organizzazione l’Imprenditore ha molto più tempo disponibile da dedicare ad altre attività più redditizie per lui e per l’Azienda.

Una corretta definizione dei ruoli e delle responsabilità comporta per l’Imprenditore un miglioramento del suo stile di vita e una diminuzione del suo stress.

Infatti, l’Imprenditore può scegliere di impiegare il tempo che si è liberato tralasciando le attività non strategiche, per far crescere la sua Azienda o per dedicarsi alla famiglia o ai suoi hobby preferiti, certo che la sua nave prosegue verso la meta da lui decisa.

 

Concludendo, implementando l’organigramma efficace con la definizione chiara di ruoli e gerarchie, deleghe, mansioni e obiettivi di performance, il clima di lavoro diventa più sereno ed è basato sulla fiducia.

L'organigramma e i mansionari delineano le attività di ciascun dipendente e quale persona è responsabile della supervisione di ciascuna mansione.

Le relazioni tra i collaboratori sono chiare e ben definite e questo aiuta i membri dell’Azienda a conoscere i loro limiti e le loro responsabilità. Le persone designate come Responsabili sono spinte a dare il meglio di sé per ricambiare la fiducia ottenuta e tutti sono orientati a raggiungere gli obiettivi aziendali.

Ogni collaboratore è a conoscenza dell’importanza del suo compito ed è consapevole che ogni attività che porta a termine nel modo corretto contribuirà al raggiungimento dell’obiettivo comune, aumentando il senso di appartenenza e sicuramente anche i risultati personali.

 

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Buon lavoro.

Alessandro Bonamano

 

LA NEWS DEL MERCOLEDI’: CONCETTI DI EFFICIENZA, EFFICACIA E PRODUTTIVITÀ

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Affianchiamo l’Imprenditore affinché trasformi la propria Azienda in un luogo stimolante dove tutti i soggetti attivi vengano coinvolti nel raggiungimento degli obiettivi aziendali attraverso un metodo sperimentato e un’organizzazione in grado di definire i ruoli, gli obiettivi e la rotta da seguire per raggiungerli.

 

Nell’articolo di oggi ci soffermiamo sul definire e capire le differenze tra i concetti di efficienza, efficacia e produttività.

I tre concetti sono la base dell’analisi organizzativa di una Azienda.

Le Organizzazioni in genere hanno la necessità di essere estremamente efficienti. Spesso però le Aziende confondono efficacia con efficienza o pensano che basti la prima per avere successo e per stare sul mercato.

 

L’efficacia misura la capacità di raggiungere l’obiettivo prefissato, in altre parole l’efficacia rapporta il risultato ottenuto con il risultato target. Un processo è efficace quando il prodotto o servizio ottenuto risponde alle aspettative del cliente e possiede le caratteristiche desiderate, cioè quando ha raggiunto l’obiettivo prestabilito.

Per esempio il mio obiettivo target è quello di produrre 1000 pezzi in un determinato intervallo di tempo. Se allo scadere dell'obiettivo ne ho prodotti 800 ho avuto un'efficacia dell'80%.

L’efficienza è la capacità di raggiungere un obiettivo con il minimo utilizzo di risorse. Consiste quindi nell’impiego ottimale dei fattori produttivi che un’Azienda possiede per ottenere il risultato migliore possibile.

Per esempio, se per portare a termine una pratica c'è bisogno di 20 minuti, e io in 4 ore completo 8 pratiche, significa che ho avuto un'efficienza del 60% circa (perché per completare 8 pratiche avrei dovuto utilizzare solamente 2,5 h). Questo significa che probabilmente investo del tempo in attività non di valore o non riesco a gestire nel migliore dei modi la risorsa tempo.

L’efficacia può essere ottenuta concentrandosi su obiettivi specifici. Per essere in grado di raggiungere tali obiettivi generalmente si utilizza una quantità di risorse superiore al necessario, e questo significa spreco. L’efficienza invece significa lavorare impiegando solamente le risorse sufficienti all’ottenimento del risultato voluto, e questo significa quindi ottimizzazione.

L’efficacia è necessaria per ottenere gli obiettivi prefissati, ma non necessariamente per creare un prodotto o servizio in linea con il mercato. Per stare nel mercato bisogna essere concorrenziali e si devono combattere gli sprechi e per fare ciò non basta raggiungere la meta, ma bisogna farlo con una strategia rivolta all’ottimizzazione.

Essere quindi efficaci non equivale ad essere efficienti. Si può essere efficaci ma uscire ugualmente dal mercato perché si sono dissipate troppe risorse. L’efficienza invece dà modo all’Azienda di poter raggiungere i propri scopi con le giuste risorse e quindi poter godere di un margine di profitto.

Combinando quindi i due concetti, possiamo trovare:

  • - comportamento inefficiente e non efficace: quando si perseguono obiettivi errati, si impiegano troppe risorse e non si produce a sufficienza.
  • - comportamento inefficiente ma efficace: quando si perseguono i giusti obiettivi, ma vengono impiegate troppe risorse per raggiungerli.
  • - comportamento efficiente ma non efficace: quando si perseguono obiettivi errati e non si produce a sufficienza, ma vengono impiegate poche risorse.
  • - comportamento efficiente ed efficace: quando si perseguono i giusti obiettivi e i risultati vengono raggiunti con un impiego efficiente delle risorse.

Spesso nelle Aziende gli obiettivi vengono definiti nel modo corretto, ma le strategie messe in pratica per raggiungerli non sono efficienti. Oppure capita che tutti lavorino con il massimo impegno allineati verso lo stesso obiettivo, ma potrebbe proprio essere questo obiettivo a non essere efficace.

L’ideale, dunque, sarebbe l'attuazione di quel comportamento efficiente ed efficace che prevede il perseguimento dei giusti obiettivi, con un impiego efficiente di risorse, sfruttando ad esempio le innovazioni messe a disposizione dalla tecnologia, per ottimizzare i tempi e migliorare la collaborazione tra colleghi e dipartimenti.

Ogni Azienda deve quindi aspirare a possedere una strategia in grado di perseguire i giusti obiettivi, con un impiego efficiente di risorse.

 

Nel cercare di raggiungere il giusto equilibrio tra efficienza ed efficacia, si deve tenere in considerazione anche un terzo fattore: la produttività.

Con il concetto di produttività si intende il rapporto tra il risultato ottenuto e la risorsa che ho speso per raggiungerlo.

Per esempio se produco 1000 pezzi in 250 minuti, significa che ho una produttività di 4 pezzi al minuto.

L’analisi della produttività aziendale ha come obiettivo quello di trasformare i fattori produttivi in output finali, ed è quindi strettamente collegato con i concetti di efficienza e di efficacia.

Per aumentare la produttività aziendale si deve partire con il misurare l’efficienza e la produttività di ogni singola risorsa. È importante conoscere il livello di partenza basandosi su dati oggettivi per poter fissare target di miglioramento. Si passa quindi a migliorare l’efficienza aziendale tramite delle strategie ben studiate e personalizzate per ogni realtà.

 

Riepilogando, ogni strategia di miglioramento aziendale si compone dei seguenti punti chiave:

  • - misurazione della situazione di partenza e definizione di obiettivi precisi;
  • - miglioramento attraverso il riesame periodico delle metodologie applicate e attraverso l’abbattimento delle inefficienze secondo metodi efficaci;
  • - verifica e consolidamento dei miglioramenti ottenuti;
  • - impostazione di un ciclo di miglioramento continuo.

 

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Buon lavoro.

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